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 RESOCONTO 17 OTTOBRE 2008

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MessaggioTitolo: RESOCONTO 17 OTTOBRE 2008   RESOCONTO 17 OTTOBRE 2008 Icon_minitimeVen Ott 17, 2008 9:55 pm

ROMA - "Decreto Gelmini, meno tempo per in nostri bambini",
"taglia e ritaglia, l'alunno raglia", sono solo alcuni degli slogan
esposti o urlati dal popolo della scuola pubblica. Genitori, insieme a
ragazzi e insegnanti, dalle materne all'università, si sono ritrovati a
Roma, ma si è manifestato anche in altre città italiane, in occasione
dello sciopero generale indetto dai Cobas e da Rdb, contro i
provvedimenti decisi dal governo. "Le ragioni della protesta
francamente non le comprendo", ha detto il ministro dell'Istruzione
Maria Stella Gelmini. Per il presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano: "Non bisogna dire solo no e farsi prendere dalla paura". E
sei Regioni annunciano il ricorso alla Consulta.

Cobas.
"Una giornata assolutamente straordinaria, lo sciopero più grande mai
organizzato dai Cobas e dal sindacalismo di base con punte massime
nella scuola, dove nelle principali città si è arrivati al 60-70% di
adesione, con la metà delle scuole chiuse, ma anche con ottimi
risultati nel Pubblico Impiego, nei trasporti e in molti settori
privati. Enorme la manifestazione di Roma, con oltre 400.000 persone in
un corteo", riassume Piero Bernocchi, leader dei Cobas scuola. E non a
caso, proprio il mondo della scuola, dalle elementari fino
all'università, è stato l'anima dei cortei che oggi hanno percorso le
città italiane.

Le manifestazioni.
La manifestazione nazionale di Roma ha visto una massiccia
partecipazione dal settore della scuola, del pubblico impiego, dei
trasporti, del precariato, ma anche dei giovani lavoratori dei centri
commerciali, dei movimenti studenteschi e per i diritti sociali. Uno
spezzone composto dal movimento studentesco ha deviato verso il
Colosseo per andare a protestare sotto il ministero della Pubblica
Istruzione.

A Milano
si sono svolte tre manifestazioni che hanno attraversato la città, con
un presenza complessiva di centomila persone. Una delegazione di Rete
scuole è stata ricevuta nell'Ufficio scolastico regionale dal dirigente
provinciale Antonio Lupacchini. Cortei ci sono stati anche a Genova,
Palermo, Bologna, Venezia e Napoli. A Bologna in 300 hanno fatto 10
chilometri a piedi in una sorta di pellegrinaggio anti-Gelmini. Ora si
aspetta il 30 ottobre, quando ci sarà un'altra mobilitazione - stavolta
monotematica - organizzata dai sindacati della scuola di Cgil, Cisl,
Uil, Gilda e Snals.

Negli atenei.
Continuano le mobilitazioni degli studenti negli atenei di tutta
Italia. E' ormai un bollettino, anche difficile da aggiornare, che va
su tutto il territorio nazionale, da nord a sud, con occupazioni delle
aule, assemblee spontanee e tanti studenti in corteo. A Firenze
prosegue l'occupazione dell'edificio D5 di Novoli. Un corteo con almeno
10mila partecipanti è atteso domani nelle vie del centro. Un altro, in
contemporanea, si svolgerà invece a Sesto Fiorentino con oltre
mille persone che sfileranno nelle strade principali della cittadina.
Sempre a Sesto, nel pomeriggio si terrà una manifestazione coi genitori
del circolo didattico delle scuole locali a cui è prevista un'adesione
di centinaia di persone. A Palermo è in corso una assemblea d'ateneo organizzata in collaborazione con docenti e ricercatori.

A Ferrara
oggi si chiude il ciclo di assemblee organizzate dalla Rua-Udu Ferrara
che rilancerà su una appuntamento generale dell'Ateneo. A Parma,nella facoltà di Economia, assemblea organizzata dall'Udu Parma. In Calabria si è costituita un'assemblea permanente che ha di fatto occupato l'aula Filologia 8 della facoltà di Lettere e filosofia. A Brescia per oggi è previsto un presidio davanti al rettorato dell'associazione Studenti democratici ed una conferenza stampa. A Piacenza fiaccolata stasera a cui parteciperà anche il sindaco.

A Milano
la facoltà di scienze politiche dell'Università degli Studi è stata
occupata nel primo pomeriggio dal collettivo degli studenti. Per questa
sera, nella sede di via del Conservatorio, è stata organizzata una
notte bianca di protesta. Lunedì prossimo gli studenti parteciperanno
agli stati generali dell'Accademia di Belle Arti di Brera per decidere
il blocco della didattica, il giorno dopo toccherà a tutte le facoltà
della Statale riunirsi per decidere l'interruzione delle lezioni e,
infine, venerdì prossimo sarà organizzata una notte bianca che
coinvolgerà tutti gli atenei cittadini.

Niente protesta nel fine settimana all'Università La Sapienza di Roma:
si di-soccupa stasera per ri-occupare lunedì mattina. "E' nostra
intenzione mettere in atto una protesta flessibile e sospendere per il
fine settimana l'occupazione delle Facoltà di Lettere e Fisica per poi
riprendere la protesta lunedì", spiega Francesco Rapanelli, uno dei
leader della protesta.

Regioni.
Intanto si fa sempre più aspro il confronto con le Regioni, dopo la
rottura avvenuta durante la Conferenza unificata a Roma, che ha visto
le Regioni hanno abbandonare la seduta per protesta contro le decisioni
del governo per la scuola, a fronte della minaccia, contenuta nel
decreto 154, di commissariamento di Regioni ed enti locali, che entro
il 30 novembre non attueranno un piano di ridimensionamento degli
istituti scolastici.

Il Lazio, insieme a Emilia Romagna, Toscana, Marche, Puglia e Sardegna,
farà ricorso alla Corte Costituzionale per illegittimità della riforma
Gelmini. "Si mette in discussione l'articolo 64 che lede le competenze
regionali di programmazione scolastica oltre al principio della
autonomia", spiega l'assessore all'Istruzione Silvia Costa.

Gelmini: "Non capisco la protesta".
E mentre tra il mondo della scuola e il ministro Gelmini la discordia
sembra regnare sovrana, il ministro ribadisce di non capire il perché
delle ostilità. "Le ragioni della protesta francamente non le comprendo
e sono sempre più convinta che molti di coloro che scendono in piazza -
ha detto parlando a Mattino 5 - in realtà non abbiano letto il
provvedimento, perché non si capisce come mai si occupino le
università, si facciano manifestazioni nella scuola secondaria, che
sono ambiti minimamente toccati dal provvedimento".

Il provvedimento - ha precisato - riguarda solo la scuola primaria e la
scuola media inferiore: "Introduce la valutazione del comportamento, lo
studio dell' educazione civica, il ritorno ai voti come meccanismo di
valutazione". Quanto al tempo pieno, se le famiglie reagiscono così,
per il ministro, il colpevole è "la sinistra che sta facendo una
campagna di disinformazione".

Napolitano.
Sui temi che stanno agitando il mondo della scuola è intervenuto anche
Giorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica ha colto l'occasione
dell'incontro con gli alunni vincitori della XVI edizione del concorso
'Immagini per la terra'. Rispondendo alla domanda di una bambina sulle
magre prospettive di lavoro che aspettano tanti insegnanti e le loro
famiglie a causa della riforma Gelmini, il Capo dello Stato ha spiegato
di non essere il ministro dell'Istruzione. "Posso guardare a quello che
fa il governo e a quello che fa il Parlamento - ha sottolineato -,
credo prima di tutto che bisognerà essere un po' attenti e non farsi
prendere dagli allarmismi e dalle esagerazioni. Certo bisogna cambiare
parecchio nella scuola e lo si fa discutendo. Poi si può essere
d'accordo oppure no, ma non bisogna dire solo no, non bisogna farsi
prendere dalla paura".
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