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 L'UNITA' - Atenei, retromarcia governo: confronto con l'opposizione

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MessaggioTitolo: L'UNITA' - Atenei, retromarcia governo: confronto con l'opposizione   L'UNITA' - Atenei, retromarcia governo: confronto con l'opposizione Icon_minitimeLun Nov 03, 2008 10:27 pm

Atenei, retromarcia governo: confronto con l'opposizione


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Primi segnali di marcia indietro da parte del governo sull'università. Il
primo ad aprire al confronto con l'opposizione è il ministro della
Semplificazione, Roberto Calderoli. Chiede la collaborazione del
segretario del Pd Walter Veltroni perché spiega «so di aver commesso un
errore in passato, quando ho fatto di tutto per cambiare la
Costituzione a colpi di maggioranza». Sulla scuola, ammette Calderoli,
il governo ha «sicuramente» sbagliato in termini di comunicazione.
Infatti, sottolinea il dirigente leghista,«nelle strade e in parlamento
si sta protestando per cose che risalgono a luglio e agosto. Si è
utilizzato il decreto Gelmini, che nulla c'entra con un euro tolto alle
università, per sollevare il problema». I due temi sono separati e
Calderoli si dice «d'accordo con gli universitari quando chiedono più
formazione e più ricerca» mentre afferma di condividere il decreto
Gelmini che «non è una riforma ma un intervento limitato alla scuola
dell'obbligo». D'altra parte sulla riforma dell'università
arriva l'ufficializzazione di tempi molto ritardati. Lo annuncia il
vicecapogruppo Italo Bocchino. «Il ministro Gelmini presenterà le linee
guida della riforma dell'Università che sarà discussa preventivamente
con tutte le parti interessate e solo dopò saranno oggetto di uno o più
disegni di legge». E anche da importanti esponenti del
centrodestra arrivano segnali negativi per Gelmini e Berlusconi. Il
governatore della Lombardia Roberto Formigoni all'inaugurazione del
146mo anno accademico del Politecnico di Milano ha detto: «Il mio è un
invito al ripensamento. Capisco che in un momento di crisi bisogna
stare molto attenti ma la razionalizzzazione deve puntare alla qualità.
Non ci devono essere tagli indistinti ma bisogna distinguere le
università inefficienti da quelle virtuose». Dall'opposizione
l'apertura viene presa con cautela. Bene il confronto, ma è possibile
solo se il governo sospende i tagli. Il segretario del Pd, Walter
Veltroni, detta la linea per riaprire il dialogo con la maggioranza su
scuola e università. «Vedo che il governo manifesta sull'Università una
preoccupazione e una attenzione nuove rispetto a quanto ha mostrato
sinora. Ne prendiamo atto. Ma, - avverte il leader democratico - se il
governo è interessato ad aprire su questi temi un confronto in
Parlamento questo sarà possibile solo a condizione che vengano sospesi
e resi inefficaci i provvedimenti contenuti nella manovra finanziaria
che impediscono, con tagli indiscriminati a scuola e università, ogni
intervento necessario per il rilancio del nostro sistema formativo ed
educativo». «Crediamo che la scuola e l'università - conclude Veltroni
- abbiano bisogno di un intervento serio di rinnovamento e di riforma,
su questa strada si può avviare in Parlamento un confronto reale che
coinvolga il mondo della scuola ma, ripeto, dopo aver preliminarmente
sospeso gli effetti perversi innescati dai tagli». I sindacati
intanto confermiamo lo sciopero e la manifestazione del 14 novembre.
«L'esecutivo non ha mai avuto un confronto con noi neanche sui
contratti che la 133 ha messo in grave rischio - ha spiegato Civica - e
se non vorrà farlo dopo il 14 continueremo la nostra protesta,
affiancata ad una proposta di riforma universitaria». Ma nel
frattempo i sindacati propongono un intervento per lo sviluppo
dell'università italiana, che va in una direzione diametralmente
opposta ai tagli imposti dalla legge 133, ma che anzi avvicini l'Italia
alla media Ocse. Flc Cgil, Cisl e Uil università - insieme con la
Cisal, il comitato nazionale universitario (Cnu), il sindacato
universitario nazionale (Sun) e con i docenti, dottorandi, ricercatori
e studenti (Adu, Adi, Andu, Apu, Cnru, Rnrp, Udu) hanno presentato le
loro idee in contrapposizione alla legge 133 e in vista dello sciopero
generale del settore del 14 novembre. «È necessario - ha spiegato Marco
Broccati di Flc Cgil - un radicale rovesciamento del provvedimento
legislativo che produrrebbe uno scenario di desertificazione,
destrutturazione e definitiva scomparsa dell'università. Avvicinando
l'Italia alla media Ocse, invece, l'università godrebbe di ben quattro
miliardi di euro di finanziamento aggiuntivo». Tra le proposte dei
sindacati figurano «una previsione pluriennale di crescita del
finanziamento» che avvicini l'Italia alla media Ocse; un'operazione di
reclutamento straordinario «per dare prospettiva all'abnorme area del
precariato» e la ripresa di quello ordinario «evitando immissioni
concentrate nel tempo e riavviando un processo di immissione di
giovani». Prevista anche l'istituzione di un organismo di
coordinamento nazionale «capace di assicurare l'autonomia del sistema
universitario e un suo sviluppo organico». Altro punto è la «rimozione
delle barriere di accesso alle facoltà e la valorizzazione del merito
degli studenti attraverso un monitoraggio nel corso del loro percorso
di studio». Infine, una riforma del dottorato che organizzi i corsi in
scuole in grado di fare da tramite tra la ricerca universitaria, la
ricerca privata e i motori di innovazione. «Siamo i primi a denunciare
i problemi dell'università perchè non è una questione che riguarda solo
noi ma il Paese intero», ha aggiunto Sergio Sergi, professore associato
all'università di Cassino, spiegando che sarebbe necessaria una
«rimodulazione dell'assetto complessivo e un adeguato sistema di
valutazione che potrebbe produrre senz'altro una diminuzione delle
spese. I tagli indiscriminati della 133, invece, mettono alcuni atenei
sull'orlo del baratro».


Pubblicato il: 03.11.08
Modificato il: 03.11.08 alle ore 20.17
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