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 IL QUOTIDIANO.net - Giovani, voglia di nuovo in politica Stop ai dinosauri del parlamento

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MessaggioTitolo: IL QUOTIDIANO.net - Giovani, voglia di nuovo in politica Stop ai dinosauri del parlamento   IL QUOTIDIANO.net - Giovani, voglia di nuovo in politica Stop ai dinosauri del parlamento Icon_minitimeLun Nov 03, 2008 10:31 pm

Giovani, voglia di nuovo in politica
Stop ai dinosauri del parlamento


“Marketing & Tv”: 4 giovani su 10 vorrebbero fissare dei paletti
per la rieleggibilità dei politici. Il ministro Meloni e l’assessore
milanese Terzi gli amministratori pubblici più “young friendly”

Roma 3 novembre 2008 – Fissare dei paletti per la rieleggibilità degli
amministratori pubblici a tutti i livelli. Per 4 giovani su 10 sarebbe
questo lo strumento più efficace per contrastare la gerontocrazia della
classe politica italiana e favorire il ricambio generazionale ai
vertici della cosa pubblica. Il dato emerge da uno studio condotto
dalla rivista on line “Marketing & Tv” su un campione di 2.800
studenti universitari di Roma e Milano, di età compresa tra i 20 e i 26
anni, allo scopo di comprendere le motivazioni alla base del
disinteresse delle giovani generazioni rispetto alla politica.
Giorgia Meloni, Ministro alle Politiche Giovanili (nella foto),
Giovanni Terzi, Assessore alle Politiche Giovanili e allo Sport del
Comune di Milano, e Raffaele Fitto, Ministro per gli Affari Regionali,
i politici italiani emergenti ai vertici del gradimento di questi
giovani, che collaborerebbero attivamente con loro.
Per il momento, tuttavia, si tratta solo di un proposito stimolato
dalle domande sottoposte agli intervistati. Solo l’8%, infatti, ha
dichiarato di seguire con molta attenzione le vicende politiche
italiane e internazionali. Le stesse suscitano un tiepido interesse da
parte del 26%, ma di gran lunga più alta è la percentuale ottenuta
sommando il 44% e il 19% dei giovani che non hanno nascosto di essere
rispettivamente poco o per nulla attratti da simili argomentazioni.
Sensibile anche il divario tra quanti non hanno mai
fatto politica attiva (54%), oltre la met‡ del panel, e quelli che,
invece, hanno già avuto esperienze in tal senso (42%). Di questi, la
maggior parte (31%) si è limitata semplicemente a fare volantinaggio.
Il 28% ha avuto un ruolo nell’organizzazione di dibattiti e convegni
all’interno dell’università, mentre il 26% ha partecipato a
manifestazioni di protesta e scioperi. Solo l’11% ha ufficializzato il
proprio credo sottoscrivendo la tessera di un partito. Irrisoria,
infine, la percentuale di quelli che si sono candidati al consiglio
comunale o per qualche altro incarico amministrativo più o meno
prestigioso.
Ma cos’è che fa desistere i giovani dal proposito
di scendere nell’agone politico? Il 37% degli interpellati da
“Marketing & Tv” è concorde sul fatto che Ë del tutto inutile darsi
da fare perché al potere ci sono sempre le stesse persone. Il 23%
volutamente rifugge da un coinvolgimento diretto nella convinzione che
politica e corruzione siano indissolubilmente legate, mentre ammonta al
20% la percentuale degli scoraggiati e disillusi, certi che non sarà
affatto il loro contributo a far sÏ che le cose cambino. Non manca chi
(13%) ha liquidato la questione attribuendo il proprio disimpegno a una
mancanza di tempo e chi (5%), in maniera disincantata, ha confessato la
propria completa mancanza di passione.
Un quadro abbastanza desolante, insomma, ma –come
evidenziato da “Marketing & Tv” attraverso un monitoraggio ad hoc
della stampa estera- in linea con quello degli altri Paesi europei dove
sono pochi i giovani investiti di responsabilità politiche. Italia e
Francia, con un’età media di 55 anni, detengono il primato dei
parlamentari più vecchi.

In controtendenza la Spagna (49,8 e 52 anni l’età
media di parlamentari e ministri), dove “appare chiaro che i giovani
stanno irrompendo sulla scena politica, anche se questa avanzata
è molto marcata soprattutto per quanto riguarda le realtà locali” ( La
Provincia, 07/10/08 ). Un caso a parte gli Stati Uniti dove, nonostante
l’aumento dell’età media di senatori (61,7) e deputati (57), “le
primarie del 2008 hanno sfatato il vecchio adagio secondo cui i giovani
non vanno a votare” (Washington Post, 16/06/08, Jose Antonio Vargas).
Merito dell’atteggiamento young oriented dei due candidati alla
presidenza e, in particolare, del più giovane dei due, il democratico
Barack Obama, cui è stato riconosciuto dal quotidiano inglese The
Indipendent il merito di aver “galvanizzato il Paese e di aver
avvicinato una nuova generazione di americani, e non solo, alla
politica” ( 06/10/08 ).
Ma quali sono i politici italiani emergenti che,
allo stato attuale, hanno dimostrato di saper più degli altri
interpretare le istanze dei giovani e con i quali questi ultimi
collaborerebbero volentieri attivamente? L’anima romana e milanese dei
2.800 studenti contattati da “Marketing & Tv” converge sul Ministro
delle Politiche Giovanili, Giorgia Meloni, che, con il 24% delle
preferenze, si attesta in cima alla top ten, apprezzata soprattutto per
il suo atteggiamento bipartisan e per l’approccio peer to peer con i
suoi coetanei. Al secondo posto, con il 20%, si fa largo l’Assessore
alle Politiche Giovanili del Comune di Milano, Giovanni Terzi, che ha
saputo conquistare la stima dei ragazzi promuovendo iniziative musicali
e sportive rivolte principalmente a un pubblico giovane, tanto da far
parlare di sÈ anche al di l‡ del capoluogo lombardo.

Medaglia di bronzo per il Ministro degli Affari
Regionali, Raffaele Fitto (12%) a 31 anni gi‡ presidente della Regione
Puglia, a cui viene riconosciuta caparbiet‡ e grande attenzione alle
realtà locali e regionali. Seguono in classifica: il Ministro delle
Politiche Giovanili del Governo “ombra”, Pina Picierno (10%), ammirata
soprattutto per la tenacia dimostrata nell’affrontare le problematiche
del mondo della scuola; il capogruppo della Lega Nord alla Camera dei
Deputati, Roberto Cota (9%), che riscuote consensi per il suo alto
senso della legalità specie fra gli studenti milanesi; la 32enne
deputata del Pd Alessia Mosca (8%), per la sua preparazione e il suo
impegno sul fronte delle politiche del lavoro; l’Assessore all’Ambiente
del Comune di Roma, Fabio De Lillo (6%), particolarmente amato dai
giovani della Capitale per la sua attenzione ai problemi degli animali;
il parlamentare di colore del Pd Jean Leonard Touadi(5%), già assessore
alle politiche giovanili del Comune di Roma, sostenuto soprattutto per
il suo impegno contro il razzismo; la deputata del Pdl Beatrice
Lorenzin (3%), dalle idee chiare e capace di dire la sua su qualsiasi
argomento; la parlamentare del Pd Anna Paola Concia (1%), premiata per
l’autentica crociata intrapresa per il riconoscimento dei diritti
civili alle coppie gay.
In sintesi, ad accomunare i giovani di tutta è il
desiderio di non vedere al potere sempre le solite facce. Perché?
Tornando all’Italia, ben il 27% del panel ha affermato senza peli sulla
lingua di non gradire gli attuali governanti perché assolutamente
auto-referenziali. C’é, poi, un 22% che li ritiene per nulla
interessati alle problematiche dei giovani, mentre il 17% condanna il
loro attaccamento alla poltrona. Il 13% non li vede di buon occhio
perché adusi al clientelismo e ai favoritismi. Queste le motivazioni
più gettonate, ma le risposte fornite dagli studenti sono molteplici: i
politici sulla scena italiana da troppo tempo sarebbero colpevoli di
invecchiare l’immagine del Paese, ma anche inconcludenti, incoerenti,
voltabandiera, troppo attenti ad apparire piuttosto che ad agire e, per
qualcuno, addirittura poco preparati culturalmente.
Ecco, quindi, che il 36% del panel ha ammesso che
si sentirebbe maggiormente stimolato a un approccio attivo alla
politica qualora fosse introdotto un tetto massimo di non più di due
mandati amministrativi consecutivi per le cariche elettive dello Stato,
cosÏ da favorire un periodico turn-over. Un po’ come accade in Russia e
in Germania, dove l’”election cap” impone che i Presidenti possono
essere rieletti una sola volta. Per il 27%, invece, una possibile
soluzione potrebbe essere l’introduzione di quote “giovani”,
analogamente a quelle “rosa”, nei principali organismi di governo per
tutelare la rappresentatività degli under 35, mentre il 17% sogna premi
di produttività e avanzamenti di carriera per i politici meritevoli.
Meno utopistiche, infine, le richieste del 14% degli interpellati, che
si sentirebbero motivati a scendere in campo se solo si provvedesse a
incrementare le risorse economiche destinate alle politiche giovanili.
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