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 STUDENTI DELLA RIBALTA

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MessaggioTitolo: STUDENTI DELLA RIBALTA   STUDENTI DELLA RIBALTA Icon_minitimeMar Ott 21, 2008 7:47 pm

Venerdì 10 Ottobre, studenti liceali scendono in piazza a manifestare contro il decreto Gelmini.
Aria viziata. Pesante. Sporca dall’ingiustizia. Polvere sopra il popolo. Popolo disarmato e disinformato. Inizia la lotta studentesca contro i provvedimenti statali della privatizzazione delle università, contro un sistema mafioso basato sulla speculazione, sugli interessi degli stessi politici infognati nella letame del denaro riciclato. In strada, marciando, formando un corteo di ragazzi, giovani in rivolta contro un futuro lontano. Futuro che forse vedranno ben pochi ragazzi. Figli di genitori che hanno già lottato per un’istruzione migliore per una politica d’eccellenza, per la legalità, per la democrazia. Scuola ne dei ricchi ne dei poveri. Scuola ne di sinistra ne di destra, soltanto scuola, strutture polivalenti per l’arricchimento culturale e per la formazione dei giovani. Proiezione di giovani nel mondo del lavoro. Dodici giorni di lotta, divertimento, stanchezza, voglia di tornare a casa per farsi una doccia. Voglia di urlare. Poter dire la propria opinione. Essere partecipi. Diritto di espressione. Mancano sempre soldi, denaro. Mancano sempre i finanziamenti. Le banche perdono capitali, la borsa crolla e l’economia mondiale crolla. I potenti ci rimettono il portafoglio, ma la questione non riguarda solo coloro che ci perdono veramente qualcosa. Quelle persone sono i nostri cari ministri, rappresentanti del popolo. Coloro che perdono soldi e vogliono sanare i propri debiti con i soldi altrui. Una crisi che per l’appunto a fatto alzare in piedi come saette solamente i grandi imprenditori. Lunedì Firenze era campo di battaglia, ventisei sedi occupate da giovani rivoluzionari. Uniti dalle differenze. Apartitici. Politiche diverse unite nella lotta comune. Assemblee come fossero ritrovi segreti dei moti carbonari. Organizzazioni studentesche di propaganda sociale. Informazione popolare. Conoscere quei fogli, quei pezzi di carta dove qualcuno ha scritto dei numeri, delle frasi che potranno servire a restituire denaro nelle casse, ormai vuote, indebitate, dello stato. Lo stato siamo noi. Il cittadino costituisce lo stato. Il governo lo rappresenta. Il governo non è lo stato, non può fare qualcosa contro il volere unanime dello stato in quanto popolo di una nazione. I soldi sono sempre mancati alla scuola, come sono sempre stati richiesti nelle infrastrutture nell’edilizia. I soldi mancano. I soldi vengono mangiati da quel sistema chiamato ancora “mafia”. Gomorra. Saviano costretto ad andarsene da un paese democratico, dove non può vivere perché qualcuno lo ha minacciato di ucciderlo da parte della camorra. Gli interessi sono il sistema. Il sistema è la serie di interessi verso una determinata cosa che portano i più potenti a lottare per averla. Volantini, fogli, spiegazioni. La riforma prevede …
Il decreto legge prevede una serie di tagli nella scuola pubblica a partire dalla scuola elementare fino a giungere alle università. Adesso pubbliche, in un futuro private. Fondazioni di diritto privato. Cultura per i ricchi, ignoranza per i poveri. Fondamenta di uno stato basato sulla democrazia e sul rispetto, sui diritti e sulla giustizia, ovvio che no. Insomma un disastro su tutti i fronti. C’è chi dice che non sarà mai così veramente. Gli italiani non hanno capito ancora che si lotta prevenendo e non curando. Finche non si viene colpiti personalmente, finché non tocchiamo con le nostre stesse mani il pericolo, l’ingiustizia, nessuno fa niente, tutti tacciono. Ma tutti saranno pronti a lamentarsi quando tutto ormai sarà già fatto. E quando il problema non si potrà più risolvere. Ci ritroviamo ogni giorno, ogni ora, ogni secondo per decidere, comunicare, discutere, osservare, parlare, informare. Ci ritroviamo, noi, coordinamento degli studenti di Firenze, riunendosi per concordare le date e i punti per il quale nostro movimento non definito formalmente sta proseguendo questa rivolta a denti stretti. La musica che incita la folla a lottare e scendere in piazza per una causa comune. Futuro. In corteo, tutti insieme. Lentamente senza disordine, senza confusione, senza degrado. Rumorosi per far sentire lo sdegno verso coloro che ci dovrebbero rappresentare e difendere. Difendere i nostri diritti. Lentamente legati da un simbolo, pace, libertà, diritti. Il razzismo, ancora non scardinato dalla società “moderna”, viene riproposto in leggi e riforme pazzesche. Il terzo mondo siamo noi. Italia, Italia della pizza e dell’arte. Italia dell’illegalità. Istituzioni, enti locali, genitori, docenti, universitari, liceali, insegnanti, lavoratori, sindacati, popolo mix di fazioni, partiti e idee politiche, bambini scesi a manifestare contro il governo che cade, cade sempre più in basso. Cade il governo, cade il sistema ma la faccia ce la mette sempre il popolo, che viene fatto passare per ignorante e cretino. Ma noi ci faremo sentire, e questa forma di protesta non cadrà sicuramente, non arriverà a compromessi mediatici. Non si abbasserà alla corruzione e ne alla compassione. Sarà deciso, liberò di esprimere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
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